09 marzo 2009

Venti vite per Cristo



Venti vite per Cristo.Venti vite per la Chiesa. Tanti sono i missionari uccisi nel 2008. Lo rende noto l’agenzia Fides nell’annuale dossier pubblicato lo scorso gennaio. Sono l’Arcivescovo caldeo di Mossul (Iraq), mons. Paulos Faraj Rahho, sedici sacerdoti, un religioso e due volontari laici.
Nel 2008 è stata l’Asia il continente con il più alto numero martiri cattolici: sei sacerdoti e una volontaria laica uccisi in Iraq, India, Sri Lanka, Filippine e Nepal. Ma a questo elenco – che la stessa agenzia Fides tiene a specificare come provvisorio – va comunque aggiunta quella che Giovanni Paolo II ebbe modo di definire «nube di militi ignoti della grande causa di Dio», che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano con la stessa vita la loro fede in Cristo. Una nube di uomini e donne anonimi e di cui forse non si avrà mai notizia. Il conteggio di Fides non comprende poi solo i missionari cosiddetti ad gentes, ma anche coloro che sono morti in modo violento, non espressamente “per odio alla fede”.
Molti sono stati uccisi in rapine (così come le polizie locali hanno stabilito), come padre Brian Thorp assassinato nella sua parrocchia a Lamu, in Kenya, lungo le strade che percorrevano per svolgere il loro ministero, o solo perché opponevano tenacemente l’amore all’odio, come padre Bernard Digal, il primo dei sacerdoti cattolici vittime della campagna di violenza anticristiana compiuta da estremisti indù nello Stato indiano dell’Orissa. Ma potremmo continuare ancora ricordando il sacerdote carmelitano padre Thomas Pandippallyil, ucciso sempre in India, nello Stato dell’Andhra Pradesh, assassinato mentre si recava in un villaggio per celebrare la santa messa. O i sudamericani padre Orellana Hidalgo, trovato cadavere nella sua casa a Caracas, in Venezuela, e padre Jaime Ossa Toro, accoltellato a Medellín, in Colombia. E poi  il salesiano padre Johnson Moyalan, della piccola comunità cattolica del Nepal, assassinato nel cuore della notte da un gruppo di uomini armati penetrati nella missione di Sirsia. E padre Reynaldo Roda, assassinato mentre era immerso nella preghiera, raggiunto da colpi di arma da fuoco nella cappella di una missione nelle Filippine, dove poco prima aveva recitato il Santo Rosario.
Tutti quanti sono morti senza eroismi o proclami solenni, e non hanno esitato a mettere quotidianamente a rischio la loro vita per non far mancare a quanti li circondavano il soffio vitale della speranza. Ed è ricordando questi cristiani silenziosi, eroi dell’ordinario, che venerdì 20 marzo, alle ore 21,00, avverrà il passaggio della croce dei Missionari martiri dalla parrocchia di Mazzano Romano alla Parrocchia di Capranica, con una via crucis che prenderà il via dal piazzale di fuor di porta a Capranica. A questa celebrazione, nell’ambito delle iniziative diocesane in occasione della XVII giornata di preghiera e digiuno in memoria dei Missionari Martiri, seguirà poi il 28 marzo, sempre a Capranica, una veglia di preghiera diocesana che sarà presieduta dal vescovo S.E. Mons. Romano Rossi.

Pubblicato su "Avvenire - LazioSette", domenica 15 marzo 2009

Nessun commento:

Posta un commento

Ciao! Grazie per aver lasciato un commento su Hic et Nunc!