Capranica, 19 aprile
2012
Al Direttore di XXXXXX
Egregio Direttore,
ho deciso di scriverLe queste righe, che liberamente potrà
non condividere e ritenere persino noiose, per manifestarLe tutta la mia
disapprovazione in merito alla maniera di trattare le notizie apparse ieri
sulla prima pagina del suo giornale. Mi riferisco alla vicenda (...), condotta
dalle forze dell’ordine nella giornata di mercoledì 18 aprile. (...) Ebbene, premesso che non è mia
intenzione entrare nella vicenda dal punto di vista delle sue implicazioni
giudiziarie, e dato per scontato e sacrosanto che le indagini facciano il loro
corso per arrivare alla verità e alla punizione dei colpevoli, ciò che rilevo
da parte della testata da lei diretta, è un modo di riportare le notizie suddette
che non risponde esattamente al mio ideale di giornalismo. Ovviamente, Signor
Direttore, questo che le ho appena detto, è una mia opinione personale che
potrà contestare e che probabilmente la porterà spontaneamente a fare spallucce
o a rispondere alla maniera di Greg & Lillo e del loro grande capo indiano
Estiqaatsi. Tuttavia ciò che sicuramente non potrà fare è ignorare le
responsabilità derivanti dal suo lavoro, una professione che deve rispondere in
maniera imperativa a criteri etici e deontologici, in questa vicenda a mio
giudizio poco rispettati. Dispiace infatti farle notare, Signor Direttore, che
tra i giornali (...) della nostra Provincia, solo il suo ha riportato una
rielaborazione del comunicato stampa fornito dalle forze dell’ordine. Gli altri
lo hanno pubblicato tal quale a quello ricevuto, o comunque con piccolissimi
aggiustamenti. E così, per rompere la piatta monotonia dell’antilingua usata
dall’Arma o GdF che sia, nel pezzo da lei pubblicato l’operazione delle forze
dell’ordine diventa più coloritamente un “blitz”, mentre “l’illecita condotta
perpetrata”, locuzione vetusta e idiolettica, viene addirittura tagliata. Ma
questo non sarebbe di per sé una nota negativa. Se non ché, soltanto il suo giornale
decide di completare la notizia riportando, a corredo del pezzo, le fotografie delle
persone coinvolte. E lo fa scaricandole, ben poco professionalmente, dai
profili Facebook delle medesime, nonché filigranandole – oltretutto – con il copyright della
testata (come se le avesse scattate un suo fotografo). Questo non si fa, Signor
Direttore. Primariamente per motivi di dignità delle persone coinvolte, e
secondariamente per quelli attinenti la deontologia professionale, il diritto
d’autore e compagnia bella. Inoltre solo il suo giornale, alle ore 11:04,
decide di diffondere la notizia con un pezzo giornalisticamente inutile, un
pezzo, cioè, che non sta sulla notizia. Se XXXXXX fosse un’agenzia di stampa
potrei definirlo quasi un lancio, tanta la sua brevità. Una brevità che non le
impedisce, però, di dire al lettore tutto ciò che non serve ai fini del fatto
da raccontare (perché i fatti si raccontano, non si costruiscono), e cioè che è
stato arrestato un assessore comunale di Capranica e che le accuse mossegli
dalla Procura di Viterbo non hanno nulla a che vedere con la sua carica di
assessore. La notizia, quella vera, lei la lascia in fondo a tutto l’inutile
blablabla, e la liquida con poche laconiche parole: 12 per l’esattezza,
considerando nel conto anche le preposizioni semplici, gli articoli
determinativi e quant’altro. Un pezzo che, comunque, sta al buon giornalismo
come un’entrata a gamba tesa sta al buon gioco del calcio.
Non sono certo io a doverLe ricordare, Signor Direttore, che
chi legge una notizia può solo rielaborarla e farsi in merito un’idea
soggettiva. Indurre e orientare questa rielaborazione diventa invece una vera e
propria manipolazione dell’opinione che, quando non posta in atto con fini
politici latu sensu, provoca comunque
l’identificazione della verità con ciò che la fonte giornalistica riporta. Nel
clima di caccia alle streghe e di disaffezione alla politica che ci tocca di
respirare ogni giorno, fare entrare “per forza” nella notizia del “blitz” di
ieri (come lo chiama lei), il fatto che il Sig. Tizio sia un assessore
comunale, è quindi assolutamente fuori luogo. E allora, Signor Direttore, per
quale motivo ha sentito il bisogno di informare il lettore dell’incarico
politico del Sig. Tizio? Per indurrre in esso il ragionamento falsamente sillogico,
ma logicamente valido, secondo il quale “tutti i politici sono ladri” “il Sig. Tizio è un politico” “dunque il Sig. Tizio è un ladro”? Oppure per colmare lo
stratosferico ritardo – giornalisticamente parlando – con cui la sua testata è
uscita con la notizia? A circa 2 ore dalla pubblicazione sulla prima testata (“KKKKKK”
la riporta alle ore 9:10, contro le 11:04 di “XXXXXX”), forse c’era la
necessità di condire la notizia in maniera diversa… (mi perdoni l’entrata dura
in tackle-scivolata). E comunque, Signor Direttore, saltare dalle premesse alle
conclusioni è estremamente facile, ma in merito mi sento in dovere di informaLa
che Sig. Tizio ha svolto e svolge il suo ufficio di Assessore in maniera
assolutamente esemplare, tanto da meritarsi la stima trasversale e sincera sia
della compagine di maggioranza del Consiglio Comunale di Capranica, sia di
quella attualmente all’opposizione (...). Parlo
– anzi, scrivo – senza tema di essere smentito. Da nessuno a Capranica.
Vede, Signor Direttore, troppe volte l’ho vista ergersi, nei
suoi editoriali, a suprema autorità cui sola è riservata una parola ultima e
definitiva. E’ facile farlo quando si è letti quotidianamente da molte persone.
Ed è facile farlo, soprattutto, quando si può godere di una posizione di assoluta
supremazia comunicativa come la sua. Dalla ricercatezza del suo stile e
dall’ironia che a volte utilizza, che comunque personalmente apprezzo molto, ho
potuto cogliere la consapevolezza di questo suo ruolo. E tutto questo ci sta. Figuriamoci!
Ciò che non ci sta, al di là delle responsabilità personali del Sig. Tizio e
dell’oggettività dei fatti – sacred,
come direbbero gli anglosassoni – sono le allusioni inutili, i collegamenti
artificiosi, le conclusioni affrettate e vane che possono derivare
dall’infilare forzatamente particolari inutili nelle notizie.
Mi stia bene e buon lavoro.
Fabio Ceccarini
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