Scrivo a caldo queste righe perché, forse per la prima volta, mi sono sentito, come persona e come cittadino, rispettato per quello che sono. Ho potuto partecipare ad una competizione dando il mio contributo, incoraggiando e portando anche la gente a votare. Non importa se alcuni mi hanno detto che stavo dalla parte sbagliata e se altri mi hanno detto, o scritto, che Renzi non lo votavano perché metteva paura, come Berlusconi, come Grillo. Ciò che conta è che con queste persone, con tutte, si è instaurato un dialogo che, pur nelle differenze delle vedute, è rimasto sempre rispettoso, mai incivile, ragionato e mai urlato, fuori dalle logiche delle tifoserie di calcio che animano putroppo le dinamiche di molta della nostra politica.
Per questo ritengo che le primarie del Partito Democratico sono state una lezione per tutti. Una lezione che finalmente colloca l'Italia tra i grandi paesi democratici. Pur con la sua democrazia zoppicante, distorta, mai seriamente compiuta. All'italiana, potremmo dire.
Per questo motivo, sogno che la pratica delle primarie divenga un processo, un protocollo standard, comune a tutte le aree politiche. Sia a sinistra che a destra, che in qualsiasi altro luogo della politica.
E che diventi soprattutto un motivo per confrontarsi, per scendere tra la gente, per uscire nelle piazze, per ascoltare le opinioni e per dire le proprie, per sentirsi finalmente partecipi della costruzione del bene comune.
E il sogno continua... perché queste dinamiche di confronto, di dialogo, di partecipazione spero divengano intimamente condivise e praticate per la scelta di tutti i livelli di governo: da quelli nazionali a quelli locali, dal Parlamento del Paese al consiglio comunale del più piccolo dei comuni d'Italia.
Solo così la gente potrà riappropriarsi della politica e tenere lontano le idee deboli che con tanta facilità fanno presa sulla massa della gente...
Continuo a sognare... e spero che da domani, anche grazie a Matteo Renzi e alle cose che ha detto in questa campagna per le primarie, la politica non sia più come l'abbiamo conosciuta.
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