Notte chiassosa
Al Castilho 63 stanotte hanno fatto parecchio baccano. Nella terrazza del bar, al primo piano, i giovani ospiti hanno visto prima la partita Portogallo – Uruguay, poi hanno visto la replica della partita giocata nel pomeriggio, Francia – Argentina, poi hanno sintonizzato la TV su qualche diavolo di emittente musicale, quindi, a televisione spenta, hanno continuato a chiacchierare, ridere, giocare, urlare. Mentre gli aerei continuavano a decollare dal Delgado e i gabbiani a rincorrersi nel cielo lanciando stridii ora non più suggestivi (Cardarelli, in una sua celebre poesia, si domandava ove avessero il nido, io mi domando invece: ma i gabbiani ci vanno a dormire?).
Alle 3,00 circa, finalmente, silenzio completo. Aerei a terra e gabbiani a nanna. Possiamo dormire con tranquillità fino alle 8,00 circa, quando ci alziamo per lavarci e scendere a colazione intorno alle 9,00. D’altronde ieri sera era sabato, e si sa che il sabato si tira di più a fare tardi. Colazione a buffet con ogni ben di Dio: 1 € a persona (sic!). Ci assicuriamo così due grandi panini per il pranzo e decidiamo di rimandare per cena cena l’assaggio di qualcosa di tipico.
Il Baìrro Alto e Piazza Rossìo
Dalla Rua Castilho ci dirigiamo verso il centro della città, passando per il Baìrro Alto, un quartiere tipico che si trova poco distante. Strade pulite e ordinate con marciapiedi pavimentati in piccole tessere di pietra, e bei palazzi molti dei quali ristrutturati e sopraelevati con architetture moderne. Evidentemente, anziché consumare nuovo suolo, a Lisbona devono aver capito che, se le condizioni statiche lo permettono, si può comodamente aggiungere tre o quattro piani agli edifici pre-esistenti. Molte le gru in giro per la città, segno di una vivace attività edilizia. Difficile fotografare senza che ne venga almeno una nell’obiettivo. Al Baìrro Alto, tra palazzi ricoperti di azulejos, le tipiche piastrelle di ceramica portoghesi, visitiamo la bellissima chiesa di San Pedro de Alcantara, con le pareti interne abbellite da scene di vita del santo. Ma non sono affreschi, come siamo abituati a vedere in Italia, bensì azulejos. Dal Miradouro di San Pedro, dove è possibile passare tra bancarelle e chioschi tipici, scendiamo quindi in piazza San Rocco e visitiamo l’omonima chiesa, retta da una Confraternita affiliata all’Arciconfraternita romana. Bella facciata neoclassica di pietra bianca, con interno di un barocco esagerato. Da qui scendiamo, attraverso la bellissima Calҫada do Duque, alla Calҫada do Carmo e quindi alla bella piazza Rossìo, dove spicca il monumento a Pedro IV (detta anche piazza Pedro IV).
Ci troviamo in pieno centro. In piazza Rossìo ci incantiamo davanti al negozio Mundo Fantastico da Sardinha Portuguesa. Qui si vendono esclusivamente scatole di sardine che i turisti acquistano con il proprio anno di nascita.
Verso il castello di San Giorgio
La visita al centro di Lisbona prosegue salendo in direzione del Castello di Sao Jorge. Nella chiesa di San Cristoforo ascoltiamo la messa, ovviamente in portoghese. Per entrare nel castello di San Giorgio c’è troppa fila, decidiamo allora di continuare la visita nella parte alta della città. Fotografando la piccola – e brutta – statua del santo, all’interno delle mura esterne del castello, commetto l’errore di pronunciare il nome di Saõ Jorge in presenza di una signora portoghese intenta a preparare un banchetto per vendita ambulante. Davanti alla mia pronuncia inesatta, la signora si rivolge verso di me con tono severissimo, pronunciando l’esatta dizione del nome del santo protettore della città, e prosegue poi con altre parole – a me incomprensibili – quasi certamente non gentilissime nei miei confronti.
Portas do Sol e il Miradouro de Santa Luzia
Tra apecar allestite per scarrozzare turisti a zonzo per la città e caratteristici tram che salgono e scendono per le sinuose vie di Lisbona, scendiamo quindi al quartiere di Portas do Sol e alla chiesa dell’Ordine di Malta, con la sua bellissima terrazza da cui si gode una superba vista del porto e dell’estuario del fiume Tago. E’ il Miradouro de Santa Luzia. Qui, alcuni ragazzi disegnano il panorama appoggiati sui muretti della terrazza. Un bellissimo pergolato rivestito di azulejos percorre tutto il miradouro (belvedere) e si conclude a ridosso di bellissime piante di bougainville di un colore viola esplosivo. Scendiamo quindi verso il quartiere di Saõ Estevaõ e consumiamo i panini nel solitario miradouro di Santo Stefano, all’ombra della chiesa, con la compagnia di un venticello fresco che consiglia di indossare i k-way. Il tempo sta cambiando e arrivano nuvole dall’Atlantico, speriamo che non piova.
L’Alfama
Da Santo Stefano scendiamo sulle rive del Tago, attraversando le vie strette e tortuose del quartiere di Alfama, un tempo il più malfamato della città. Oggi nel quartiere si aprono caffè e ristoranti che offrono i tipici piatti tradizionali di Lisbona, e negozi di prodotti locali affollatissimi dai turisti. Scesi sulle ariose rive del Tejo, le percorriamo fino ad arrivare alla immensa Piazza del Commercio. Immediata è la somiglianza con le nostre Piazza dell’Unità d’Italia a Trieste e Piazza Vittorio a Torino. Dalla piazza si offre una bella veduta del Ponte 25 de Abril, data che ricorda il colpo di stato contro la dittatura di Salazar e la cosiddetta rivoluzione dei garofani con la conseguente riconquista della democrazia per i portoghesi. La bella piazza è affollata di gente per vedere la partita dei mondiali di calcio, tra Russia e Spagna.
La Baìxa
Appena attraversato il maestoso Arco di rua Augusta, sul quale troneggiano le due virtù maggiori: la giustizia e la prudenza, si entra nella zona pedonale che occupa la valle tra il Baìrro Alto e la collina di San Giorgio. E’ la Baixa con la sua rua Augusta, sulla quale si affacciano negozi, caffè e pasticcerie che fanno bella mostra dei dolci tipici di Lisbona: i pasteis de nata. In uno di questi bar, vicino al Benfica Store, ci concediamo un caffè e due dolcetti tipici. Proseguiamo poi per l’Elevador de Santa Justa, un ascensore con struttura in ferro realizzato alla fine dell’800 per coprire il dislivello tra la Baixa e la chiesa do Carmo, nel Baìrro Alto. Fila chilometrica, manco a dirlo. I trenta metri di dislivello li copriamo a piedi percorrendo Rua do Carmo e salendo poi fino alla piazza omonima, dove si esibisce un gruppo di artisti di strada che esegue musica tipica capoverdiana. Ci troviamo praticamente a comperare un CD di questo gruppo senza neppure renderci conto, grazie alle capacità affabulatorie del suo cantante che un po’ in inglese, un po’ in portoghese ci ringrazia per l’acquisto e ci chiede a chi deve lasciare la dedica con autografo. Meravigliati paghiamo i 10 euro per il CD e proseguiamo la nostra visita in direzione delle rive del Tago. In un negozio di Tiger, in rua Nova de Almada, Teresa acquista il suo taccuino di viaggio ed una penna.
Le rive del Tago
Scesi alla piazza del Comune, per la via dell’Arsenale arriviamo davanti alla stazione ferroviaria e della metro di Cais do Sobrè. Proprio sulla riva del Tejo ci fermiamo a godere del panorama del ponte 25 de Abril, del Tago, dell’imbarcadero, della maestosa statua del Cristo Rei, in cima alla collina dall’altra parte del fiume. C’è vento e il tempo non promette nulla di buono. Tuttavia, non appena si libera, ci accomodiamo in una delle tante sdraio fisse orientate verso il bel panorama e ci concediamo una mezz’oretta di relax. Vorremmo andare a visitare il Cristo Rei e la Torre di Belem ma decidiamo di andarci domani mattina. Dopotutto, nella previsione di arrivare a Fatima nel primo pomeriggio, abbiamo la mattinata completamente libera. Quando torniamo verso piazza del Commercio comincia a piovere mentre la Spagna e la Russia sono ai supplementari. Passiamo sotto ai portici per attraversare di nuovo l’Arco della rua Augusta e dirigerci verso la Cattedrale di Lisbona.
La Se’ de Lisbona
Sembra che non piova e ci dirigiamo in salita verso la Cattedrale passando davanti alla Chiesa di Sant’Antonio da Lisbona (il nostro Sant’Antonio di Padova), patrono di Lisbona, del Portogallo, delle altre terre Lusitane (anche del Brasile) e degli innamorati. La chiesa, dove quando arriviamo si sta dicendo messa, è costruita sul luogo dove sorgeva la casa natale del Santo. Nella piazza la gente fa la fila per farsi fotografare davanti ad una parete interamente ricoperta di fiori finti e per lanciare monetine in maniera tale che atterrino sul libro tenuto in mano dalla statua del Santo. Sembra che chi ci riesca possa trovare presto un innamorato o un’innamorata migliore del precedente. Siamo finalmente davanti alla Se’ de Lisbona, la Cattedrale, chiamata così (Se’) perché sede episcopale. Viene altrimenti detta Iglesia Patriarcal de Lisbona, ma il titolo è cattedrale di Santa Maria Maggiore. La facciata romanica con torri campanarie gemelle merlate è stata più volte rimaneggiata in varie epoche, da ultimo in occasione della sua ricostruzione dopo il terremoto del 1755. L’interno è piuttosto buio, con elementi gotici misti a posteriori aggiunte barocche. Nella sagrestia chiediamo la Credencial del Pellegrino che ci viene consegnata poco dopo. Lasciamo 4 euro di offerta e ci fermiamo in preghiera seduti sui banchi della navata. Usciti di fuori, ci sediamo in una panchina nella piazza davanti alla chiesa e subito fotografiamo le due credenziali. Ci sembra di avere tra le mani dei documenti di inestimabile valore. Sono le nostre credenziali! Ci sembra che il cammino verso Santiago sia già cominciato con l’avere tra le mani questo piccolo libretto piegato. C’è già un sello, il timbro della Cattedrale, ma le credenziali sono ancora vuote di tutto: di strada, di fatica, di preghiera, di speranze, di timbri. Ci perdiamo nel leggere i vari itinerari dei Cammini che portano a Santiago e la fantasia corre nell’immaginare come sarà per noi percorrere il sentiero, non senza il timore di non riuscire a giungere alla meta sperata. Ma è venuto il tempo di scendere di nuovo al Rossìo e alla Baixa per avvicinarci al Castilho 63.
La cena in Calҫada do Carmo
In Calҫada do Carmo, proprio di fronte al negozio del Mundo da Sardinha Portoguesa, ci fermiamo per cena. Ordiniamo due sopa da piedra, una zuppa tipica di Lisbona dove i portoghesi mettono ogni ben di Dio: carne bollita a pezzi, patate, fagioli, verdure. Fa freschetto e quindi fa piacere mangiare qualcosa di caldo. Per secondo prendiamo invece un piatto di Bacalhau à Braz: del baccalà mescolato a patatine tagliate sottilissime e fritte in olio di oliva con cipolla, olive nere e uovo. Pare che per cucinare il baccalà ci siano 365 ricette: una per ogni giorno dell’anno. Il piatto è bellissimo ed il sapore anche. Con il vino (un bicchiere), acqua e pane, fanno 21 euro. Prezzo spettacolare a confronto ai prezzi italiani. Anche se la cosa più spettacolare è stata osservare la lentezza del cameriere nel prendere le comande e percorrere i circa tre metri che separavano i tavoli degli avventori dalla cucina del ristorante. Lentezza che noteremo poi altre volte in altre persone portoghesi e che fa evidentemente parte del “dna” di questo simpatico popolo. Rifocillati e soddisfatti, torniamo verso il Castilho 63 attraverso la bella Avenida da Libertade che mostra tutta la Lisbona elegante e moderna, fino alla piazza Marqués de Pombal. La Spagna è stata eliminata dalla Russia e nel terrazzo comune dell’hotel non c’è l’euforia e la confusione della sera prima. In camera scriviamo appunti per il blog e inviamo messaggi su whats app. Alle 22,00 circa ci addormentiamo. Stasera anche i gabbiani sono tranquilli e gli aerei del Delgado sembra non ne vogliano sapere di affrontare l’Oceano.
Al Castilho 63 stanotte hanno fatto parecchio baccano. Nella terrazza del bar, al primo piano, i giovani ospiti hanno visto prima la partita Portogallo – Uruguay, poi hanno visto la replica della partita giocata nel pomeriggio, Francia – Argentina, poi hanno sintonizzato la TV su qualche diavolo di emittente musicale, quindi, a televisione spenta, hanno continuato a chiacchierare, ridere, giocare, urlare. Mentre gli aerei continuavano a decollare dal Delgado e i gabbiani a rincorrersi nel cielo lanciando stridii ora non più suggestivi (Cardarelli, in una sua celebre poesia, si domandava ove avessero il nido, io mi domando invece: ma i gabbiani ci vanno a dormire?).
Alle 3,00 circa, finalmente, silenzio completo. Aerei a terra e gabbiani a nanna. Possiamo dormire con tranquillità fino alle 8,00 circa, quando ci alziamo per lavarci e scendere a colazione intorno alle 9,00. D’altronde ieri sera era sabato, e si sa che il sabato si tira di più a fare tardi. Colazione a buffet con ogni ben di Dio: 1 € a persona (sic!). Ci assicuriamo così due grandi panini per il pranzo e decidiamo di rimandare per cena cena l’assaggio di qualcosa di tipico.
Il Baìrro Alto e Piazza Rossìo
Dalla Rua Castilho ci dirigiamo verso il centro della città, passando per il Baìrro Alto, un quartiere tipico che si trova poco distante. Strade pulite e ordinate con marciapiedi pavimentati in piccole tessere di pietra, e bei palazzi molti dei quali ristrutturati e sopraelevati con architetture moderne. Evidentemente, anziché consumare nuovo suolo, a Lisbona devono aver capito che, se le condizioni statiche lo permettono, si può comodamente aggiungere tre o quattro piani agli edifici pre-esistenti. Molte le gru in giro per la città, segno di una vivace attività edilizia. Difficile fotografare senza che ne venga almeno una nell’obiettivo. Al Baìrro Alto, tra palazzi ricoperti di azulejos, le tipiche piastrelle di ceramica portoghesi, visitiamo la bellissima chiesa di San Pedro de Alcantara, con le pareti interne abbellite da scene di vita del santo. Ma non sono affreschi, come siamo abituati a vedere in Italia, bensì azulejos. Dal Miradouro di San Pedro, dove è possibile passare tra bancarelle e chioschi tipici, scendiamo quindi in piazza San Rocco e visitiamo l’omonima chiesa, retta da una Confraternita affiliata all’Arciconfraternita romana. Bella facciata neoclassica di pietra bianca, con interno di un barocco esagerato. Da qui scendiamo, attraverso la bellissima Calҫada do Duque, alla Calҫada do Carmo e quindi alla bella piazza Rossìo, dove spicca il monumento a Pedro IV (detta anche piazza Pedro IV).
Ci troviamo in pieno centro. In piazza Rossìo ci incantiamo davanti al negozio Mundo Fantastico da Sardinha Portuguesa. Qui si vendono esclusivamente scatole di sardine che i turisti acquistano con il proprio anno di nascita.
Verso il castello di San Giorgio
La visita al centro di Lisbona prosegue salendo in direzione del Castello di Sao Jorge. Nella chiesa di San Cristoforo ascoltiamo la messa, ovviamente in portoghese. Per entrare nel castello di San Giorgio c’è troppa fila, decidiamo allora di continuare la visita nella parte alta della città. Fotografando la piccola – e brutta – statua del santo, all’interno delle mura esterne del castello, commetto l’errore di pronunciare il nome di Saõ Jorge in presenza di una signora portoghese intenta a preparare un banchetto per vendita ambulante. Davanti alla mia pronuncia inesatta, la signora si rivolge verso di me con tono severissimo, pronunciando l’esatta dizione del nome del santo protettore della città, e prosegue poi con altre parole – a me incomprensibili – quasi certamente non gentilissime nei miei confronti.
Portas do Sol e il Miradouro de Santa Luzia
Tra apecar allestite per scarrozzare turisti a zonzo per la città e caratteristici tram che salgono e scendono per le sinuose vie di Lisbona, scendiamo quindi al quartiere di Portas do Sol e alla chiesa dell’Ordine di Malta, con la sua bellissima terrazza da cui si gode una superba vista del porto e dell’estuario del fiume Tago. E’ il Miradouro de Santa Luzia. Qui, alcuni ragazzi disegnano il panorama appoggiati sui muretti della terrazza. Un bellissimo pergolato rivestito di azulejos percorre tutto il miradouro (belvedere) e si conclude a ridosso di bellissime piante di bougainville di un colore viola esplosivo. Scendiamo quindi verso il quartiere di Saõ Estevaõ e consumiamo i panini nel solitario miradouro di Santo Stefano, all’ombra della chiesa, con la compagnia di un venticello fresco che consiglia di indossare i k-way. Il tempo sta cambiando e arrivano nuvole dall’Atlantico, speriamo che non piova.
L’Alfama
Da Santo Stefano scendiamo sulle rive del Tago, attraversando le vie strette e tortuose del quartiere di Alfama, un tempo il più malfamato della città. Oggi nel quartiere si aprono caffè e ristoranti che offrono i tipici piatti tradizionali di Lisbona, e negozi di prodotti locali affollatissimi dai turisti. Scesi sulle ariose rive del Tejo, le percorriamo fino ad arrivare alla immensa Piazza del Commercio. Immediata è la somiglianza con le nostre Piazza dell’Unità d’Italia a Trieste e Piazza Vittorio a Torino. Dalla piazza si offre una bella veduta del Ponte 25 de Abril, data che ricorda il colpo di stato contro la dittatura di Salazar e la cosiddetta rivoluzione dei garofani con la conseguente riconquista della democrazia per i portoghesi. La bella piazza è affollata di gente per vedere la partita dei mondiali di calcio, tra Russia e Spagna.
La Baìxa
Appena attraversato il maestoso Arco di rua Augusta, sul quale troneggiano le due virtù maggiori: la giustizia e la prudenza, si entra nella zona pedonale che occupa la valle tra il Baìrro Alto e la collina di San Giorgio. E’ la Baixa con la sua rua Augusta, sulla quale si affacciano negozi, caffè e pasticcerie che fanno bella mostra dei dolci tipici di Lisbona: i pasteis de nata. In uno di questi bar, vicino al Benfica Store, ci concediamo un caffè e due dolcetti tipici. Proseguiamo poi per l’Elevador de Santa Justa, un ascensore con struttura in ferro realizzato alla fine dell’800 per coprire il dislivello tra la Baixa e la chiesa do Carmo, nel Baìrro Alto. Fila chilometrica, manco a dirlo. I trenta metri di dislivello li copriamo a piedi percorrendo Rua do Carmo e salendo poi fino alla piazza omonima, dove si esibisce un gruppo di artisti di strada che esegue musica tipica capoverdiana. Ci troviamo praticamente a comperare un CD di questo gruppo senza neppure renderci conto, grazie alle capacità affabulatorie del suo cantante che un po’ in inglese, un po’ in portoghese ci ringrazia per l’acquisto e ci chiede a chi deve lasciare la dedica con autografo. Meravigliati paghiamo i 10 euro per il CD e proseguiamo la nostra visita in direzione delle rive del Tago. In un negozio di Tiger, in rua Nova de Almada, Teresa acquista il suo taccuino di viaggio ed una penna.
Le rive del Tago
Scesi alla piazza del Comune, per la via dell’Arsenale arriviamo davanti alla stazione ferroviaria e della metro di Cais do Sobrè. Proprio sulla riva del Tejo ci fermiamo a godere del panorama del ponte 25 de Abril, del Tago, dell’imbarcadero, della maestosa statua del Cristo Rei, in cima alla collina dall’altra parte del fiume. C’è vento e il tempo non promette nulla di buono. Tuttavia, non appena si libera, ci accomodiamo in una delle tante sdraio fisse orientate verso il bel panorama e ci concediamo una mezz’oretta di relax. Vorremmo andare a visitare il Cristo Rei e la Torre di Belem ma decidiamo di andarci domani mattina. Dopotutto, nella previsione di arrivare a Fatima nel primo pomeriggio, abbiamo la mattinata completamente libera. Quando torniamo verso piazza del Commercio comincia a piovere mentre la Spagna e la Russia sono ai supplementari. Passiamo sotto ai portici per attraversare di nuovo l’Arco della rua Augusta e dirigerci verso la Cattedrale di Lisbona.
La Se’ de Lisbona
Sembra che non piova e ci dirigiamo in salita verso la Cattedrale passando davanti alla Chiesa di Sant’Antonio da Lisbona (il nostro Sant’Antonio di Padova), patrono di Lisbona, del Portogallo, delle altre terre Lusitane (anche del Brasile) e degli innamorati. La chiesa, dove quando arriviamo si sta dicendo messa, è costruita sul luogo dove sorgeva la casa natale del Santo. Nella piazza la gente fa la fila per farsi fotografare davanti ad una parete interamente ricoperta di fiori finti e per lanciare monetine in maniera tale che atterrino sul libro tenuto in mano dalla statua del Santo. Sembra che chi ci riesca possa trovare presto un innamorato o un’innamorata migliore del precedente. Siamo finalmente davanti alla Se’ de Lisbona, la Cattedrale, chiamata così (Se’) perché sede episcopale. Viene altrimenti detta Iglesia Patriarcal de Lisbona, ma il titolo è cattedrale di Santa Maria Maggiore. La facciata romanica con torri campanarie gemelle merlate è stata più volte rimaneggiata in varie epoche, da ultimo in occasione della sua ricostruzione dopo il terremoto del 1755. L’interno è piuttosto buio, con elementi gotici misti a posteriori aggiunte barocche. Nella sagrestia chiediamo la Credencial del Pellegrino che ci viene consegnata poco dopo. Lasciamo 4 euro di offerta e ci fermiamo in preghiera seduti sui banchi della navata. Usciti di fuori, ci sediamo in una panchina nella piazza davanti alla chiesa e subito fotografiamo le due credenziali. Ci sembra di avere tra le mani dei documenti di inestimabile valore. Sono le nostre credenziali! Ci sembra che il cammino verso Santiago sia già cominciato con l’avere tra le mani questo piccolo libretto piegato. C’è già un sello, il timbro della Cattedrale, ma le credenziali sono ancora vuote di tutto: di strada, di fatica, di preghiera, di speranze, di timbri. Ci perdiamo nel leggere i vari itinerari dei Cammini che portano a Santiago e la fantasia corre nell’immaginare come sarà per noi percorrere il sentiero, non senza il timore di non riuscire a giungere alla meta sperata. Ma è venuto il tempo di scendere di nuovo al Rossìo e alla Baixa per avvicinarci al Castilho 63.
La cena in Calҫada do Carmo
In Calҫada do Carmo, proprio di fronte al negozio del Mundo da Sardinha Portoguesa, ci fermiamo per cena. Ordiniamo due sopa da piedra, una zuppa tipica di Lisbona dove i portoghesi mettono ogni ben di Dio: carne bollita a pezzi, patate, fagioli, verdure. Fa freschetto e quindi fa piacere mangiare qualcosa di caldo. Per secondo prendiamo invece un piatto di Bacalhau à Braz: del baccalà mescolato a patatine tagliate sottilissime e fritte in olio di oliva con cipolla, olive nere e uovo. Pare che per cucinare il baccalà ci siano 365 ricette: una per ogni giorno dell’anno. Il piatto è bellissimo ed il sapore anche. Con il vino (un bicchiere), acqua e pane, fanno 21 euro. Prezzo spettacolare a confronto ai prezzi italiani. Anche se la cosa più spettacolare è stata osservare la lentezza del cameriere nel prendere le comande e percorrere i circa tre metri che separavano i tavoli degli avventori dalla cucina del ristorante. Lentezza che noteremo poi altre volte in altre persone portoghesi e che fa evidentemente parte del “dna” di questo simpatico popolo. Rifocillati e soddisfatti, torniamo verso il Castilho 63 attraverso la bella Avenida da Libertade che mostra tutta la Lisbona elegante e moderna, fino alla piazza Marqués de Pombal. La Spagna è stata eliminata dalla Russia e nel terrazzo comune dell’hotel non c’è l’euforia e la confusione della sera prima. In camera scriviamo appunti per il blog e inviamo messaggi su whats app. Alle 22,00 circa ci addormentiamo. Stasera anche i gabbiani sono tranquilli e gli aerei del Delgado sembra non ne vogliano sapere di affrontare l’Oceano.
Palazzi al Baìrro Alto |
Una via del Baìrro Alto |
La splendida chiesa di San Pedro de Alcantara |
Dal Miradouro di San Pedro, turisti che guardano il panorama. Sullo sfondo il castello di Sao Jorge |
La chiesa di San Rocco |
Un tipico tram lisbonese |
La Calcada do Duque |
La Calcada do Carmo |
Il fantastico mondo della sardina portoghese |
Piazza Rossìo con la statua di Pedro IV |
Una delle pasticcerie del centro |
Graffiti in Travessa da Madalena |
San Critoforo all'interno dell'omonima chiesa |
L'ingresso del castello di San Giorgio |
Panorama con in primo piano le case distrutte dal terremoto del 1755 |
Aggiungi didascalia |
La chiesa dell'Ordine di Malta al Miradouro de Santa Luzia |
Il frequentato Miradouro di Santa Lucia |
Case del quartiere dell'Alfama |
Il Miradouro di Santo Sefano |
Tra le vie strette dell'Alfama |
Piazza del Commercio |
L'arco di Rua Augusta |
La Rua Augusta, siamo nella Baìxa, la parte più bassa della città |
L'elevador de Santa Justa |
Rua do Carmo |
La chiesa del Carmine, andata distrutta con il terremoto del 1755 e mai più ricostruita |
La passerella per l'ascensore di Santa Giusta |
Panorama sul Rossìo |
Panorama verso la Sè de Lisbona, la Cattedrale di Santa Maria Assunta |
Rua do Carmo, dall'alto della passerella |
Piazza del Municipio |
Sdraio sulle rive del Tejo, a due passi dalla stazione di Caìs do Sobrè |
Il Tago è agitato. Panorama sul Cristo Réi |
Spremute d'arancia |
In piazza del Commercio, schermo gigante per la partita Spagna - Russia |
In Piazza del Commercio |
La Chiesa di Sant'Antonio da Lisbona |
Monetine sul libro del Santo |
La Sé de Lisbona |
Le nostre credenziali! |
...sono ancora vuote |
Teresinha sullo specchio |
Calcada do Carmo |
Il Teatro |
La sopa da piedra |
Bachalau 'a braz |
La stazione centrale |
L'ascensore della gloria, la funicolare che sale al Barrìo Alto |
Moderne architetture su vecchi palazzi |
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