13 aprile 2021

Album delle figurine - Capranica come la ricordo io. Lessico semiserio di un mondo che non c’è più

Per noi maschietti era quello delle figurine dei calciatori, edizioni Panini di Modena (l’Album, con la “A” maiuscola). Per le femminucce, invece, qualche anonima raccolta di animali, soprattutto perché il mercato dell’editoria non si era ancora accorto di loro ed era orientato pressocché esclusivamente al pubblico maschile. 

Poi c’erano gli album sugli sceneggiati televisivi dell’epoca, soprattutto per bambini, come “Pinocchio” di Luigi Comencini, che però avevano figurine (i figurini) che si dovevano attaccare con la colla liquida, l’attaccatutto, oppure con la coccoina. Solo qualche anno più tardi, sul finire degli anni ’70, sarebbero arrivati sul mercato adesivi davvero straordinari come il famoso UHU, che “non fa fili e non sporca”, ma agli albori del decennio si usava veramente di tutto, dal vinavil al nastro adesivo. All’occorrenza, se proprio non si aveva nulla a disposizione, si poteva fabbricare in casa un po’ di colla con acqua e farina: una pappa appiccicosa che veniva stesa sul retro della figurina, con il grave inconveniente che gli album crescevano smisuratamente di volume, a motivo che sugli angoli delle pagine venivano formandosi delle enormi “orecchie”, che finivano per appiccicarsi tra loro con orribili conseguenze. 


Le collezioni della Panini di Modena invece erano già molto avanti e moderne, con le figurine  che venivano vendute in bustine da 5, ed erano tutte meravigliosamente autoadesive. Personalmente, tra i tanti album di calciatori collezionati, sono riuscito a terminare solo quello della stagione 1977-1978  (che oggi è quotato al mercato dei collezionisti per un valore di parecchie decine di euro). Mentre altri album che ho tentato di terminare sono rimasti incompleti per una manciata di figurine vuote e non trovate. E’ vero che si potevano richiedere direttamente alla casa editrice dal maggio successivo all’inizio della collezione, ma in quel periodo avevamo già la testa alle incipienti vacanze estive che sarebbero incominciate il 10 giugno, ultimo giorno di scuola (cascasse il mondo!). Ricordo anche che a metà degli anni Settanta, bisognava conservare il retro della figurina per partecipare a concorsi a premi in collaborazione con Unicef Italia, cosa che io facevo regolarmente senza che, tuttavia, sia mai riuscito una sola volta a partecipare al suddetto concorso. Soprattutto perché mia madre, durante qualche pulizia casalinga, come quelle obbligatorie e memorabili di Pasqua (‘a spulinatura, da fulina, fuliggine), gettava nella spazzatura quello che, tanto speranzoso, avevo mano mano conservato. A Capranica io e i miei cugini compravamo le figurine soprattutto da Maria ‘a giornalara, ma anche da Cangioli e da Ste’ ‘u tabbaccaro, giù all’arch’i Tufi. Per 100 lire compravi quattro pacchetti da 25 lire, che contenevano complessivamente ben 20 figurine. Scartarli era sempre un misto di emozioni contrapposte: gioia pura quanto trovavi un figurino mancante; delusione quando invece la fortuna ti voltava le spalle e trovavi figurini doppi. Ma anche i doppi venivano buoni per giocare con altri ragazzi (ne parleremo alla 26^ puntata) o per attaccarli in bella vista da qualche parte. Come feci con un figurino di Luciano Re Cecconi, che attaccai sullo sportello del frigorifero di casa (non esistevano le calamite). Commosso per la fine tragica del giocatore, vi scrissi sotto: “ricordo di un campione”.



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