Non chiedetemi perché questo passatempo praticato da bambini alla soglia dell’adolescenza si chiamava così, perché è un vero mistero etimologico. Era un gioco che si svolgeva con le bilie di vetro (o biglie). Queste ultime erano ovviamente molto diffuse tra bambini e ragazzi. Ne ho viste possedere – con bieca invidia da parte mia – per l’intera capienza di una sportina di plastica.
Perché le bilie erano molto belle anche solo a vederle. Le piccole eliche di
plastica inglobate nel vetro, potevano essere di colori diversi e vivaci. Ci
affascinavamo molto nel farle ruotare per ammirare la fusione dei colori
provocata dalla velocità della rotazione. Tornando a biove’, questo gioco consisteva nel mandare delle palline all’interno
di una buca, come una delle tante di quelle naturali che noi munelli avevamo a disposizione nel tufo,
nella terra e tra le fughe delle pietre di basaltina che lastricavano i
vicoletti. Tuttavia il terreno di gioco ideale per biove’ era la viva terra ed
all’interno del paese non erano moltissimi i posti dove potervi svolgere una
sfida. Ci voleva parecchia abilità a lanciare la bilia a volo, a mo’ di boccino, facendo leva tra il pollice e l’indice
della mano destra (i mancini ovviamente usavano la loro mano preferita). La
piccola sfera prendeva così delle traiettorie che neppure un esperto di
balistica avrebbe potuto calcolare e che i ragazzi più bravi padroneggiavano in
maniera innata, quasi soprannaturale. I meno abili (ed io tra questi), si
accontentavano invece di pitoccolarla
direttamente da terra, sempre con l’ausilio del dito indice. La pallina
colpita, che magari carambolava su altre palline vicine, doveva rotolare
all’interno della buca prescelta, oppure doveva farvi rotolare un’altra pallina
che a sua volta colpiva. Solo così si poteva gridare “buca cun tutt’u sinnico!” e si metteva fine ad una manches della sfida vincendo tutte le
palline che si erano raccolte nella buca. La partita poteva allora continuare
con un’altra buca e un altro sfidante, fin tanto che si avevano a disposizione
bilie con cui giocare.
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